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VALERIA PATELLI

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Data la situazione, abbiamo pensato di intervistare la nostra sindaca, Valeria Patelli, che ci ha dato l’opportunità di raccontarci, anche se attraverso un dispositivo elettronico, la situazione a Calvatone in questi mesi e di coinvolgerci nelle scelte politiche effettuate insieme all’Amministrazione.

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1. Sindaco, come ha vissuto questo periodo di emergenza?

La maggior parte del tempo l’ho passata in Comune con i dipendenti cercando di capire di cosa si trattava e come affrontare la situazione.

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2. Quando si è resa conto che la situazione era più grave del previsto?

Mi sono resa conto della gravità dell’epidemia due o tre settimane dopo il 21 febbraio, quando è stato rilevato il primo caso a Codogno e quando mi hanno convocata a Cremona per cercare di trovare una soluzione.

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3. Quali sono state le azioni che Lei e l’amministrazione avete messo in atto con particolare urgenza?

La prima cosa che ho fatto è stata quella di attivare il COC (centro operativo a supporto del sindaco) per gestire l’emergenza sia sanitaria che psicologica; persone anziane che non riuscivano a fare la spesa, persone che non potevano lavorare… sono stati messi in atto alcun i servizi, ad esempio la spesa a domicilio, la consegna di mascherine.

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4. Quali sono secondo Lei le categorie di persone del Comune che il COVID 19 ha messo maggiormente in difficoltà e in pericolo?

Non c’è stata esattamente una percentuale più elevata di anziani, a livello sanitario ci sono stati casi di tutte le età (19 casi); però c’è anche un problema di solitudine e anche in periodi molto lunghi. Penso che il sindaco e il comune siano un punto di riferimento per le persone, soprattutto per un paese piccolo.

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5. C’è stato un momento in cui si è sentita inadeguata, impotente per far fronte a questa emergenza improvvisa?

Sì, c’è stato. Mi ricordo molto bene che quando il nostro vicesindaco è risultato positivo la mattina sono arrivata in Comune non c’era nessuno in anagrafe e mi sono sentita sola ed è stato difficile.

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6. Come ha visto reagire le persone?  Con responsabilità o con leggerezza? 

I cittadini nella maggior parte dei casi li ho visti reagire bene e con responsabilità, qualche caso isolato ma non ho avuto grandi difficoltà a gestire l’emergenza, anche se dopo il lock down ho visto un po’ di voglia di condividere spazi ed esperienze, uscire… Ho dovuto rivedere tutti gli orari dei servizi.

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7. Come pensa sia cambiata la sua Comunità dopo questa emergenza? Secondo Lei che segno ha lasciato questo periodo così complesso?

Questo periodo ha lasciato un segno di consapevolezza importante e si deve comunque sperare sempre, e soprattutto si è compreso il significato di libertà che in questi giorni è venuta un po’a mancare. Questo è stato un momento di crescita per tutti e che deve far riflettere tutte le generazioni.

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Gloria Nardi

Irene Seniga

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