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Interviste agli infermieri

Io ho intervista mia zia Lorenza Penna che lavora all'ospedale di Cremona e fa l'assistente sanitaria presso l'ufficio dei vaccini.

 

Qual è il tuo lavoro? Di cosa ti occupi?

Sono un’assistente sanitaria e lavoro presso l’ufficio vaccinazioni dell’ ospedale di Cremona. Mi occupo del percorso vaccinale dei bambini e degli adulti.

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Quando hai deciso che avresti svolto questo lavoro?

Ho iniziato a lavorare come infermiera e poi mi sono specializzata come assistente sanitaria.

 

In questo periodo così difficile e drammatico per il nostro Paese, com’è cambiato il tuo lavoro?

Con l’emergenza corona virus mi è stato chiesto di occuparmi dell’esecuzione dei tamponi coronavirus, messa in quarantena dei dipendenti risultati positivi, riattivazione in servizio del personale guarito da coronavirus, del reclutamento di personale sanitario in aiuto per l’emergenza e purtroppo anche del censimento dei deceduti da coronavirus .

 

Come è cambiata la tua giornata e la scansione del tempo?

A causa di questa emergenza l’orario di lavoro si è decisamente prolungato. La voro dalle 7.30 alle 18. In questi giorni ho passato meno tempo con la mia famiglia che si è però dimostrata disponibile ad aiutarmi.

 

Quale contributo pensi di dare attraverso il suo lavoro?

​Ripristino del personale .

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Secondo te, è cambiato il modo in cui il tuo lavoro viene percepito e considerato dalle persone?

Ora noi operatori sanitari siamo considerati per quello che siamo: persone che fanno tutto quello che possono, ognuno con le sue competenze, per aiutare chi soffre. Persone che lavorano a contatto con il dolore e la sofferenza

 

A cosa hai dovuto rinunciare in questo periodo per svolgere al meglio il tuo lavoro?

Ho dovuto rinunciare al tempo passato con la famiglia, con gli amici.

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Cosa ti ha insegnato questo periodo? C’è un insegnamento che porterai con te dall’esperienza di questi mesi?

Questo periodo mi ha insegnato il valore della parola aiuto e solidarietà. Ho capito che solo uniti possiamo fronteggiare qualsiasi avversità.

Lucrezia Finardi

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