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RICOMINCIARE DAL COVID

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https://www.corriere.it/cronache/20_marzo_12/coronavirus-silvia-avallone-cari-ragazzi-ora-disubbidite-voi-stessi-544d476c-6496-11ea-90f7-c3419f46e6a5.shtml

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Come dice sempre mia mamma, siamo in un'età difficile e che lei non si ricorda di esserci passata..però, si è vero che gli adolescenti trascorrono le giornate fuori casa, se non hanno altre attività da svolgere, hobby etc,, come se la casa fosse un albergo (anche questo mi dice sempre mia mamma!) e quindi perdono di vista ciò che succede negli affetti, infatti l'autrice non si è nemmeno accorta che la nonna era in fin di vita, tanto era presa dalla Sua vita, dai suoi interessi..è quello che forse succede a noi, che siamo presi dalle nostre cose che sembra abbiano la priorità su tutto e tutti. Sì, la morte, anche se non la vedi, cambia tutto per sempre, come ha scritto, ma bisogna averne consapevolezza.

La morte colpisce tutti, ricchi o poveri, non guarda in faccia a nessuno e, come in questo momento, arriva quando meno te lo aspetti; dobbiamo vivere con lealtà verso noi stessi e verso i nostri amici e i nostri cari. Ho letto l'articolo che Lei prof ha suggerito, quello del Papa, e, sì, dobbiamo trovare la bellezza delle piccole cose: un abbraccio, un'attenzione da parte di chi ci sta vicino. Valorizzare tutto ciò che abbiamo, capire e gioire dei piccoli gesti, di un fiore sbocciato, di un'alba e/o un tramonto.

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Martina Bettoni

"A volte viviamo una comunicazione virtuale"; si il dialogo e l'ascolto sono difficili; gli unici momenti dove la famiglia si ritrovava era a cena, ognuno col proprio cellulare: a casa mia, per scelta, non abbiamo la TV in cucina, e quindi la sera, quando ci ritrovavamo, a turno, partendo da Ismaele ci raccontavamo la giornata, per capire le difficoltà incontrate durante la giornata da parte di tutti; perché per capire chi ho davanti, lo devo conoscere; l'altro si deve aprire, ma non deve fingere, deve essere se stesso. io penso che dobbiamo essere noi stessi, non dobbiamo fingere, se una persona mi è amica, accetta anche i miei difetti, mi deve accettare per quella che sono , non per quella che vorrebbe lei..altrimenti vuole una sua gemella. le amicizie si devono compensare; ad es io sono brava in una materia, ti aiuto; tu sei brava in un'altra e mi aiuti. e si, scrivere una pagina bianca di un foglio, non è facile, non siamo abituati, ma forse, al termine di questa "clausura" riusciremo a scrivere qualcosa...chi lo sa

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Lucrezia Finardi

Leggendo e rileggendo questo articolo, adesso sono pronto per lasciare andare le mie parole. Non posso nascondermi dietro a una matita, quello che dice Silvia Avallone è la verità: fino a poco tempo fa vivevo pensando di essere immune ad ogni cosa o meglio questo era quello che credevo importasse agli altri per essere accettato. Ora non mi interessa più, mi chiamo Fabio e ho paura, rivivo il momento di quando mia mamma è venuta fuori da scuola, in lacrime , e mi ha detto che la zia era morta. Fino a qualche giorno prima lei stava bene , veniva a casa, a parlare e poi improvvisamente il nulla e il pentimento delle cose che non le ho mai detto: anche solo "ti voglio bene". Non mi vergogno a dire che ho pianto , che è stata la seconda volta che ho incontrato la morte. La prima è stata con Nelda. Ancora mi sembra di sentire le parole in Chiesa la sera prima: "La vostra preghiera la salverà", non è successo e, quanto ho odiato quelle parole, io ci ho creduto veramente. Ora è arrivato questo virus, non mi manca e non mi pesa non uscire , quello che realmente mi fa male è sapere di non avere detto grazie quando dovevo, di non avere chiesto scusa a qualcuno e, non so se riuscirò a farlo: tutto questo è devastante e fa male. ho paura di non vedere più chi amo, mi mancano i miei amici, mi mancano i miei professori. Cosa darei per dire grazie, per chiedere scusa o ti voglio bene; il virus invisibile ha cambiato le vite e tante le ha portate via in un attimo e ci ha resi tutti uguali e senza filtri dando sfogo al nostro essere. Quante cose ho dato per scontate mentre ora mi accorgo che non lo sono: sempre insieme senza dirsi mai niente col cuore e domani potrei non potertele dire: mi sento superficiale per aver dato tante cose per scontate ed eterne. Non è così! Siamo veramente dei puntini nella storia, però tanti di quei puntini sono nella mia vita e non voglio perderli. Non ho mai guardato il sole, gli occhi di mia mamma e dei miei nonni con la felicità con cui li guardo adesso. Niente è per sempre quindi diciamo quello che pensiamo a chi ci è vicino, non lasciamo le parole, che magari non diremo ma,i nel nostro intimo, esprimiamo tutte le nostre emozioni senza paura di essere giudicati. Questa è la vita reale, non quella fatta di messaggi senza espressione su un telefono.

Fabio D'Anna II B Bozzolo

A volte pensiamo di essere pronti a tutto, invincibili, ma quando arriva il momento di mettersi in gioco scopriamo emozioni e sensazioni che mai avremmo voluto provare, o che mai abbiamo mostrato. Rendere visibile la propri anima è difficile, la via più semplice è costruirsi una maschera, che ci rende perfetti agli occhi altrui, ma con uno spirito bisognoso di manifestarsi, che viene continuamente soppresso dalle nostre paure interiori. Ma ora tutto è crollato. I principi che ritenevamo importanti sono cambiati, la visibilità non conta più e di fronte alla morte, che si appropria della vita di più persone ogni giorno anche chi è più chiuso si mostra per quello che è. Forse, quando tutto finirà ognuno tornerà alla normalità; proprio ora che avremmo la possibilità di conoscerci l'un l'altro per quello che veramente siamo, non ne abbiamo l'opportunità, perché rinchiusi in casa. Invece dovremmo solo scoprire noi stessi e capire, che sotto i difetti che tutti possediamo ,ognuno di noi conserva delle qualità che ci rendono preziosi e che sarebbe un peccato nascondere solo per la paura del giudizio.

Chiara Durantini

Leggere questa riflessione è come ricevere un pugno nello stomaco, fa male soprattutto psicologicamente. Non si può evitare di fare un pensiero profondo sulla riflessione di Silvia Avallone. In questo periodo di reclusione lontano dagli occhi di tutti e vicini solo a quelli innocenti dei nostri genitori, siamo nudi, siamo noi stesi e non pensiamo alle apparenze. è solo in questi momenti che esce fuori la nostra essenza, il nostro io. Si sa, a questa età non sappiamo nemmeno chi siamo veramente, perché la nostra vista è offuscata dalla voglia di apparire diversi agli occhi degli altri. Non importa se ci sentiamo a nostro agio, per altre persone saremo sempre imperfetti, perciò sentiamo l'irrefrenabile desiderio di cambiare qualcosa in noi. Ora è diverso. Ora nessuno deve giudicarci, perciò dobbiamo usare questo momento per capire veramente chi siamo. Per farlo dobbiamo distruggere l'immenso muro che si è creato tra noi e noi. Quel muro,se pur si trova dentro di noi, non è ciò che siamo, è colui che fingiamo di essere per piacere agli altri. Se ci pensiamo bene è stupido mutare la nostra personalità perché gli altri ci devono accettare. Assurdo...eppure non possiamo farne a meno.

Vittoria Baboni

Questa riflessione mi ha fatto capire che il corona virus, anche se ha fatto tanti danni, ci sta facendo capire quali sono le vere sofferenze e i gli intralci che si hanno o si avranno nella vita. Questa ragazza racconta la disperazione e la tristezza provata alla morte della propria nonna e mi ha fatto capire che se perdi una persona a te cara è come se una tua parte fosse morta con lei. Da questa riflessione ho capito che rispettare le regole ci aiuta a non mettere a rischio la vita degli altri e la propria. Ho colto un messaggio importantissimo, cioè quello di non fare vedere la persona che non sei, ma di valorizzare la propria parte interiore che faccia capire agli altri che cuore hai. In questo periodo di “crisi” ci stiamo rendendo conto che l’uomo ha bisogno di relazioni e stare rinchiusi in casa è un grosso sacrificio. Allo stesso tempo ogni singola persona assume un ruolo molto importante perché osservando le regole dà il proprio contributo importante alla sconfitta del corona virus.

Matteo Riccardi II B Bozzolo

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