top of page

io... nel Medioevo

Come ogni mattina mi sveglia la governante, dicendomi che fra poco la mia famiglia, mi aspetta giù, nella sala da pranzo, a fare colazione. Io di malavoglia mi alzo dal letto, anche se, avrei voluto passare altro tempo tra le braccia di Morfeo. Lei mi aiuta a fare il bagno, ad acconciarmi e vestirmi, ormai quello che succede tutti i giorni. Ogni tanto vorrei vedere com’è essere la figlia di un contadino, senza tutte queste attenzioni e regole rigide. Il vestito è piuttosto elegante e raffinato, e il corpetto è talmente stretto, che quasi mi manca l’aria. L’abito che ho addosso è di un colore rosa cipria, ampio e pieno di dettagli fatti in pizzo che gli danno un’aria molto regale.    

Una volta scesa in sala da pranzo trovo tutta la mia famiglia messa a tavola, che evidentemente mi aspettano, poiché sono sempre l’ultima ad arrivare. Mi siedo al mio posto, vicino a mio fratello Camillo. Di fronte a me c’è Ferdinando, che mi lancia un’occhiataccia. Dopo aver salutato tutti i membri della famiglia iniziamo a mangiare. Oggi ci hanno servito latte caldo, pane appena sfornato, con della marmellata, dei frutti e altre mille prelibatezze. Nonostante il corpetto stretto e lo stomaco chiuso per via della stanchezza, sono riuscita a mandar giù qualcosa. Finito di fare colazione ci alziamo tutti quanti e poi, la mia governante mi viene a prendere dicendomi che ora ho lezione di canto, e che dopo mio padre mi vuole parlare.

La lezione di canto passa velocemente perché oggi c’è un bel sole, che mi mette di buon umore. E grazie ad esso riesco anche ad intravedere, in lontananza, dalla piccola finestrella, il Danubio. Una volta finito, mi dirigo nel salone principale, dove mio padre mi aspetta. Appena entro, lo trovo seduto sulla sua sedia, uno scranno imponente con dettagli ben definiti. Mi fa cenno di sedermi sul posto accanto al suo, quello dove di solito si mette mia madre. “Buongiorno padre” dico, facendo un inchino per poi sedermi dove mi ha appena detto. “Buongiorno anche a te Katrina” dice con la sua voce dolce e amorevole, “Posso sapere il motivo per cui mi avete chiamata, padre?” chiedo curiosa della risposta. “Certo figlia mia, oggi andremo ad assistere ad un torneo di tuo fratello Camillo, e siccome tua madre e Ferdinando non possono accompagnarmi, ho pensato di chiederlo a te, Katrina. Approfitteremo di questo momento anche per farti conoscere il tuo futuro marito, Leonardo Romeo Vittorio, primogenito del grande marchese che vive sulle sponde del Mar Baltico, che ci sarà per sostenere suo fratello, il quale gareggerà contro Camillo.” Dopo che finisce di dire tutto rimango un po’ spiazzata. Ora capisco perché mi ha fatto vestire così bene, non perché andremo a vedere Camillo ma bensì per conoscere il mio futuro marito… “Padre ma è necessario che io venga con voi?” chiedo, sperando che mi lasci stare a casa, così da rimandare il più possibile il mio primo incontro prematrimoniale. Volevo ancora godermi la mia fanciullezza, senza dovermi preoccupare di apparire adulta. “Non commentare Katrina, lo sai bene che le mie decisioni non si mettono in discussione!” dice ora con un tono di voce leggermente irritato e autorevole. “Va bene padre, vi chiedo scusa per la mia domanda inopportuna, a che ora partiremo?” chiedo orami rassegnata all’idea che fra non molto mi dovrò sposare, avere dei figli, una casa tutta mia, il tutto, lontano dalla mia famiglia. “Partiremo oggi appena finito di pranzare, così da arrivare al torneo in tempo, e poi stasera ceneremo a casa di Leonardo, dove potrai fare conoscenza anche con tutta la sua famiglia.” Lo dice con tono pacato, evidentemente si è calmato.

Dopo la discussione con mio padre, sono andata in biblioteca a prendere un libro, che leggerò durante il viaggio. Dico alla governante di prepararmi un cambio, poiché sta notte mi assenterò da casa.

Travolta dai miei mille pensieri, mi ritrovo seduta a pranzare, con davanti infinite pietanze gustose, che stuzzicano il palato. Riesco a mandar giù solo un po’ di carne e verdure, perché sono molto in ansia per via del fatidico incontro.

Ed ora sono qui, su una carrozza piuttosto carina, che sobbalza sulla strada sterrata accompagnata dai nitriti dei cavalli. Di fianco a me c’è Camillo che mi racconta del suo ultimo torneo, e di come ha stracciato l’avversario. Io non gli do molta importanza, perché continuo a pensare a come sarà incontrare LUI. Mio padre sembra che mi legga nel pensiero, perché mi accarezza e mi dice “Tranquilla Katrina, vedrai che andrà tutto bene.”

Camillo ha appena vinto il torneo contro il fratello di Leonardo, che ho scoperto chiamarsi Sebastiano, e ora si sta dirigendo verso di noi. Sono veramente in ansia perché fra pochissimo conoscerò l’uomo con cui passerò il resto della mia vita. Mio padre continua a dirmi che andrà tutto bene, ma non serve ad alleviare il mix di emozioni che sto provando.

ECCOLO…

È lì, a pochi passi da me, che sta parlando con mio padre. Devo ammettere che è carino e giovane, è vestito veramente bene, con un completo verde smeraldo e con un colletto in pizzo. Si sta dirigendo verso di me accompagnato da mio padre. “Buonasera mademoiselle, voi dovete essere Katrina, giusto? Io sono Leonardo, Leonardo Romeo Vittorio, ma penso che vostro padre vi abbia parlato di me.” Interrompe i miei pensieri presentandosi e io, per essere educata faccio lo stesso, inchinandomi “Buonasera anche a voi, sì io sono Katrina Alexandra Gemma, piacere di conoscervi” rispondo provando ad essere il più disinvolta possibile e mascherando il panico che mi assale.

Dopo le presentazioni ci sono state varie discussioni, dove sono stata perlopiù zitta lasciando parlare mio padre o Leonardo. Ora siamo a casa sua, per la precisione nella sala principale, che è grandissima, mi sembra quasi il doppio della nostra. Ho fatto conoscenza con tutti scoprendo che la mia “cognata” ha più o meno la mia età  e che abbiamo molte cose in comune. Questa è la cosa più positiva di tutta questa situazione. Anche lei fra poco si deve sposare, e anche lei vorrebbe vivere di più la sua adolescenza, ma non può perché il padre l’ha obbligata a sposarsi, esattamente come sta succedendo a me ora.

Fra poco dovremmo cenare e io ora vorrei solamente trovarmi a casa mia a litigare con mio fratello maggiore o fare qualsiasi altra cosa che odio fare, persino cucire, perché sì, odio cucire e ricamare, sono le cose più noiose ed insignificanti del mondo. Ma di certo le preferisco al passare una serata con il mio futuro marito.

In questo momento sono davanti al piatto di carne di pollo, che i proprietari di casa definiscono “il più buon pollo delle vicinanze”, e su questo non posso dar loro torto, è veramente un buonissimo pollo. Ma neppure il pollo  riesce a rallegrarmi un po’, qui a tavola continuano a discutere e programmare il matrimonio, che da quanto ne ho capito si terrà fra qualche mese. Non m’incanta affatto l’idea che dovrò passare più tempo possibile con questo Leonardo, ma non posso di certo lasciarlo trasparire, farei veramente una brutta figura. Nonostante tutto provo a conoscerlo meglio, e posso dire che sembra, e sottolineo sembra, un bravo ragazzo che sa come mantenere la famiglia e come comportarsi.

Il padrone di casa mi ha indicato una stanza dove dovrò passare la notte, è davvero carina, e mi rincuora sapere che non dovrò stare con Leonardo anche di notte. Delle governanti mi aiutano a cambiarmi e a prepararmi per dormire, mentre io ripenso a tutto ciò che è successo questa giornata, corta ma veramente intensa.

 

IL GIORNO DEL MATRIMONIO

Oggi è il giorno del matrimonio, sono ansiosissima, dal giorno in cui ho incontrato Leonardo sono passati circa 6 mesi e un po’ alla volta sono riuscita ad accettare la cosa e ho provato a conoscerlo meglio. Ho scoperto che non è così cattivo come credevo, anzi sembra essere divertente. Sono emozionatissima, non vedo l’ora di indossare l’abito, andare all’altare e poi baciare Leonardo. All’inizio non lo sopportavo, ma ora ho imparato a conviverci e ho capito che non si può fare altro che attenersi alle regole e da ciò che hanno imposto i nostri padri.

Ora sono davanti allo specchio che mi ammiro, ho un abito bianco non troppo ampio, semplice, senza troppi dettagli, ha solo un corpetto in pizzo, veramente, ma veramente stretto. Ho i capelli acconciati in un modo veramente perfetto, non so bene cosa sia l’acconciatura, ma so che è bellissima. Mio padre per l’occasione mi ha fatto realizzare delle scarpette diverse da quelle che porto di solito o alle feste, e sono anch’esse bianche così da intonarsi perfettamente con il vestito. Sono emozionatissima all’idea di dovermi sposare, anche se 6 mesi fa ne ero sconvolta e spaventata.

Adesso siamo nella sala da ballo del nostro nuovo castello, mio e di Leonardo, è la sala più grande che abbia mai visto, e ci saranno più di 300 persone che ballano e si congratulano con me e mio marito per il nostro matrimonio. 

Nelle settimane a venire comunicherò alla mia famiglia che aspetto un bambino, non so ancora il sesso, ma so per certo che Leonardo vorrebbe che fosse maschio così da sapere a chi lasciare il proprio territorio. Per di più ora credo veramente che mio padre abbia fatto bene a farmi sposare con Leonardo, poiché sto molto bene in sua compagnia e credo che mi stia innamorando lentamente di lui.

Siccome Leonardo ha un importante posizione nella gerarchia piramidale, sto molto al passo con la politica e so molto bene cosa sta succedendo attorno a noi. Per esempio ho sentito che Carlo III il Grosso, il figlio di Ludovico il Germanico, avrebbe voluto ridare il potere ad un unico sovrano, com’era prima, ma a quanto ne ho capito la sua idea è stata “respinta” con la sua morte.

 

VARI ANNI DOPO

Sono passati molti anni dal mio matrimonio, e ora io e Leonardo abbiamo 4 bellissimi figli, il nostro primogenito Gregorio Domenico, la secondogenita Lucrezia Ginevra e i nostri 2 gemelli, Marco Francesco e Vittoria Maria. Negli anni io e Leonardo abbiamo iniziato ad amarci e oggi siamo una bellissima famiglia. Mio marito sta già programmando il matrimonio di Lucrezia, ma non mi lascia in disparte, anzi mi consulta e chiede il mio parere e punto di vista. So già che per Lucrezia sarà difficile, ma io sarò sempre pronta ad aiutarla, perché so come ci si sente ad essere costretti a sposare qualcuno, per di più contro la tua volontà.

​

Ecaterina Gidioi

bottom of page