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LA PAROLA AL DIRETTORE

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Carissimi lettori,

Anche in questa edizione ho l’onore di immergervi nelle pagine di Increscendo in veste di Direttore. È arrivato il momento anche per me di passare il testimone.

Ogni volta che le nostre eredità vengono affidate ad altri, ci sentiamo inadatti, non pronti. Sempre delicato e difficile ricostruire, ogni volta, l’equilibrio della Redazione,  instabile come il filo che il funambolo deve percorrere per raggiungere la sponda opposta. Solo attraverso valori, conoscenze, consapevolezze si riesce a raggiungere l’obiettivo, e allo stesso modo solo attraverso questo far posto agli altri può continuare la staffetta.

Ogni singolo atleta, ogni singola impronta, ogni singolo chicco, ogni singola goccia fa la differenza in un’onda. In una squadra vincente, il patrimonio di ognuno è bene comune.

In entrambe, infatti, serve la passione, la curiosità, la voglia di mettersi in gioco e di vincere una sfida, perché la Redazione è una sfida.

La curiosità favorisce uno scambio, un rapporto, un confronto di visioni. Le nostre opinioni derivano da conoscenze e approfondimenti e questo sapere lo mettiamo in campo grazie allo studio di una memoria, di radici che sono germogliate da semi che i “vecchi” giornalisti, le istituzioni scolastiche, la famiglia ci hanno donato. Per me questi semi diffusi identificano il nostro passaporto che è in continua evoluzione.

Ecco. Increscendo significa proprio una crescita personale.

Nella home del magazine è rappresentata una lavagna che sembra essere appena scarabocchiata, appena riempita. In questo periodo di emergenza noi alunni, con i docenti,  siamo dovuti rimanere dentro le quattro pareti di casa, senza poterci recare a scuola. In questi giorni le lavagne nere sono, quindi, vuote e pulite, il contrario di questa nell’immagine. Ecco perché l’abbiamo voluta far risaltare con la mano giovane del bambino che non smette di “macchiarla”. Non si finisce mai di apprendere, di conoscere, di sapere… di (R)esistere.

Sì, perché la resistenza si nutre dell’esistenza. Questa parola è lo slogan che abbiamo scelto per raffigurare l’unica (speriamo!) edizione di Increscendo nella quale non ci sono state riunioni, discussioni, rapporti, decisioni in presenza, ma si è svolto il tutto solo grazie alla tecnologia!

Allo stesso modo, non potendo realizzare la solita foto di gruppo, abbiamo scattato due immagini, tramite la piattaforma Zoom, nelle quali ci copriamo prima la parte inferiore e poi la parte superiore del volto . Inoltre, per lavorare e confrontarci abbiamo aperto le porte al blog. Abbiamo cercato di utilizzarlo anche negli scorsi anni, senza però grande risultato. Invece, in questo periodo di lockdown, lo abbiamo riscoperto e utilizzato. È, per noi, una lavagna aperta e dinamica nella quale inseriamo vari spunti da cogliere o eliminare per poi esprimere il nostro pensiero.

Un’altra novità di questo numero è avere il logo di Increscendo. Abbiamo voluto creare un nostro specchio di unione che ci rispecchi nel nostro piccolo grande sogno. È rappresentato al centro un labirinto, difficile ma non impossibile da superare. Serve passione e totale immedesimazione per attraversarne l'enigma. Lo abbiamo scelto anche perché ricorda il labirinto all’interno della cattedrale di Chartres che i pellegrini di sempre amano percorrere in ginocchio, al termine del viaggio di penitenza. 

Questa è una “speciale” edizione ma anche una “speciale” Redazione. Abbiamo scelto tre parole che descrivano il lavoro, (non un gioco!) che ognuno di noi svolge quasi tutti i mercoledì per osservare la realtà e confrontare continuamente le proprie idee e contenuti con i compagni: passaggio, sfida, equilibrio.

Tre parole chiave che, secondo me, sono complementari. Il passaggio, cioè la salvaguardia del testimone scambiato, la sfida, ovvero la volontà nel raggiungere l’obiettivo e l’equilibrio, come propria scelta, rappresentano il volto del Redattore che ha la responsabilità delle conseguenze della sua ombra. Io, da Direttore, insieme a Gloria Lanfranchi, da Vice – Direttore, non avevo il compito di escludere i ragazzi assenti ma quello di indirizzarli verso una partecipazione responsabile e attiva. Ci sono state delle perdite ma anche delle conquiste, come in ogni gara si può perdere la corsa, si può anche conquistare un’unione di squadra sempre più rafforzata.

Nonostante gli impedimenti la Redazione è riuscita a creare un giornale che non perde nessuna qualità rispetto agli anni scorsi. Infatti questi momenti di lentezza e di novità sono state delle opportunità da cogliere come un nuovo approccio alla tecnologia, come scoprire e analizzare la notizia senza andare oltre la finestra di casa, come riflettere sul nostro impegno guardando solo la verità del proprio specchio… Abbiamo ritrovato il tempo in un tempo perduto. Noi abbiamo scritto la storia, abbiamo creato pagine che descrivono essa. Nelle rubriche della nostra Storia troverete la notizia, la conoscenza, l’apprendimento intrecciato con i nostri pensieri e le nostre opinioni.

L’edizione scorsa di Increscendo aveva raccolto, tra le sue rubriche di punta, la voce dei Sindaci del territorio su cui si affaccia il nostro Istituto Comprensivo. La Redazione ha quindi deciso di continuare a tenere vivo il contatto con le Amministrazioni, creando uno spazio fisso in cui, ad ogni numero, possa rinsaldarsi questo legame tra noi ed i nostri rappresentanti. Ovviamente, tema del momento è stata l'emergenza Covid-19 ed il modo con cui i nostri Comuni hanno affrontato la situazione.

Attraverso interviste online, noi ragazzi abbiamo potuto capire l’importanza che ogni persona responsabile del Comune ha per la popolazione. Abbiamo parlato di gesti di coraggio, di scoperta, di speranza ma anche di difficoltà e di difesa; ragazzi volontari che hanno distribuito mascherine, libri, cibo a cittadini in difficoltà economica e di salute; unione della popolazione che si difende dalla paura. Altre interviste sono state realizzate ai lavoratori, come infermieri, professori, imprenditori, per comprendere come la situazione lavorativa funzioni o meno nel nostro territorio locale e per percepire una condizione di difficoltà; difficoltà che non affliggono solo per colpa di un virus polmonare.

Scoprirete che alcuni di noi si sono immedesimati, ad esempio, in una ragazzina che doveva superare una barriera fisica, di divisione, difficoltà più grande, o forse no, che le impediva, lo stesso, di vedere realizzato un suo ideale. I muri, però, non sono solo fisici, di ferro, di filo spinato ecc., sono per lo più mentali. Attraverso queste muraglie i diritti nel mondo non riusciranno mai ad espandersi per riempire ogni casa. Questo grande pianeta globalizzato non si accorge, ad esempio, dell’inutile senso di vita con il quale un migrante convive ogni giorno. Sono braccia che lavorano a cui non diamo un diritto. Non in Africa, qui.

Abbiamo anche raccontato la medaglia vista dalla faccia della solidarietà, della forza della solidarietà che si rispecchia con la faccia della dipendenza e della criminalità, come nella vicenda che ha bruciato la vita di Ugo Russo, nei quartieri di Napoli. La scuola, come ho già detto, è un ponte per raggiungere una sponda, quella che si vuole, si può anche scegliere la criminalità. L’importante è che si sia responsabili.

La scuola è anche, appunto, un’unione. Tanti piccoli semi che insieme formano un equilibrio. Secondo voi, in questi giorni l’Istituzione scolastica ha fornito più o meno ricchezze rispetto alla normale didattica in presenza? Secondo noi ha donato più patrimoni, o almeno più scoperte. L’aspetto più importante, per me, è stato quello di sapere che con la volontà e l’impegno si può rendere meno lontano da sé qualsiasi ideale.

Ad esempio, nelle pagine di questo numero si raccontano molti viaggi nei musei, virtuali però. L’arte regala un’identità, regala una profondità interiore. Guardando un dipinto, un affresco, un’architettura, che siano reali o virtuali, si scopre la prospettiva che la propria anima conserva. Anche intrecciando la Memoria con la nostra Storia, si può approfondire un concetto di libertà e tenacia. Nelle pagine di questo giornale si possono osservare delle analisi di figure simbolo della saggezza del passato, alcune di esse transitate anche da Bozzolo. Troviamo, ad esempio, biografie e punti di vista di Mozart o Cajkovskij. Anime elette, ispirate, capaci di lasciare un’impronta anche nella Storia nostra e dell'umanità. 

La (R)esistenza, titolo utilizzato anche nella Pagine del Corriere della Sera di questi mesi, è la motivazione per la quale abbiamo voluto conoscere e continuare a scambiare il testimone. In particolar modo abbiamo parlato del 25 Aprile confrontando il resistere del 1945 con quello del 2020. Tra passato e futuro c’è un continuo filo instabile che dobbiamo percorrere. Equilibrio. Con questa parola, però non si intende solo il filo della memoria ma anche, ad esempio, l’evoluzione dell’ambiente, della biodiversità. Anche questo è un bilanciamento.  Cercare di salvaguardare il Pianeta senza togliere le abitudini della società 2000. Il mondo globalizzato che contrasta l’equilibrio naturale.

Nelle pagine della storia del secondo numero di Increscendo nell’anno 2019-2020, si è, quindi, utilizzata la lente di ingrandimento per indagare su situazioni di emergenza, per analizzare impronte, per narrare il proprio diario di quarantena, per coltivare semi non ancora donati e per scoprire la vera identità di ogni redattore.

Vi saluto con affetto e vi ringrazio per questi anni indimenticabili. A questo punto non mi resta che affidare il testimone che ho cercato di valorizzare con tutta me stessa a chi verrà dopo di me.

A lui, o a lei, i miei più sinceri in bocca al lupo!

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Martina Bettoni

la parola al vicedirettore

La mia esperienza in questo Magazine è stata breve ma molto intensa. Sono entrata solo quest’anno nella redazione, nonostante avessi sempre desiderato farne parte. Nel primo numero ero una new entry, ora sono il vicedirettore. Nelle vesti di questa “carica” mi sono trovata molto bene, mi hanno aiutato il mio carattere e la mia determinazione, ma soprattutto gli amici-colleghi, i compagni,  persone splendide che hanno saputo interagire rendendo ogni incontro, anche se virtuale, indimenticabile.

Entrare in questo Magazine è un’esperienza che consiglio a chiunque entri in questa scuola. È un’esperienza che incide positivamente sia sulle valutazioni scolastiche che, soprattutto, sulla nosra autonomia, maturità persoale, senso di responsabilità. Mi sento di ringraziare in particolarmente il direttore Martina Bettoni e la docente Bergamaschi per tutto quello che sono riuscite a trasmettermi, a partire dalla fiducia che hanno riposto in me.

Grazie di tutto.

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Gloria Lanfranchi

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