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Tra le tante voci raccolte, non potevano mancare due rappresentanti delle nostre docenti. Abbiamo rivolto loro alcune domande per capire meglio il loro punto di vista rispetto a questo periodo così particolare per la scuola , e abbiamo chiesto come vedano il futuro rispetto al prossimo anno scolastico-

PROF.SSA GABRIELA FERRARI

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1)Buongiorno Prof.ssa. Innanzitutto grazie per la Sua disponibilità. Volevamo sottoporle alcune domande a nome della redazione. E la prima non potrebbe che essere la seguente: le manca il contatto diretto con noi alunni?

Assolutamente sì, soprattutto perché a distanza è difficile gestire la disciplina. Per organizzare la lezione è complicato non avere il contatto personale con gli alunni, ma soprattutto non poter controllare, verificare e correggere i compiti e gli appunti sui quaderni.

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2)Cosa pensa dell’insegnamento virtuale e come lo vive?

L’insegnamento virtuale è una finestra sul futuro, con tanti vantaggi ma anche aspetti negativi. Una tipologia di lavoro del genere non consente di ottenere risultati, che solamente un rapporto diretto tra docente ed alunno riesce ad assicurare. Sicuramente sarà una strategia che andrà inglobata nella quotidianità della scuola di domani. Ma ne vedo i vantaggi soprattutto sui ragazzi più grandi, mentre, in prima media, i ragazzini incontrano più difficoltà.

 

3)In settembre inizierà un nuovo anno scolastico. Quali soluzioni proporrebbe per riorganizzare la scuola mantenendo il distanziamento sociale?

Proporrei i turni. Sfruttare sia gli spazi meridiani che antimeridiani per permettere a tutti di frequentare. Il problema sarà grande, anche da un punto di vista strettamente organizzativo. I docenti dovranno riorganizzare i loro metodi di insegnamento. Pare che oggi siamo più vicini ad un vaccino, speriamo che l’emergenza termini e che, con le precauzioni, si possa ricominciare insieme. Ma la didattica a distanza sarà un elemento di continuità, anche per superare la fase di transizione. Gli scienziati dovranno dare la linea alla politica ed indicarci quale strada intraprendere.

 

4)Secondo lei, quali difficoltà incontrano gli alunni partecipando alle lezioni virtuali?

Tante difficoltà, ma devo dire che non sempre ci si rende conto e si affrontano i problemi con consapevolezza. Manca il gruppo, e questo, se da un lato è un problema ed un freno alle relazioni, dovrebbe consentire una maggiore concentrazione. Tuttavia, vedo tanti ragazzi poco attivi, annoiati, presenti fisicamente ma non concretamente partecipi alla lezione.

 

5)Le manca il contatto con i suoi colleghi nell’ambiente scolastico?

Mi manca molto il contatto con i miei colleghi, che per me sono degli amici. Siamo un gruppo compatto, ed uno aiuta l’altro ad appianare conflitti, tensioni, incomprensioni. E credo che questo si possa percepire.

 

6)Come organizza il suo lavoro in vista delle videolezioni?

Il lavoro con la didattica a distanza per noi docenti è triplicato. Richiede un’organizzazione ed una pianificazione maggiori. Inizialmente ho avuto un momento di profonda crisi in quanto mi sono sentita travolgere da impegni, consegne e restituzioni. Adesso, entrata nel nuovo ordine di idee anche grazie ad una maggiore abilità nel gestire gli strumenti della tecnologia, devo pianificare in modo capillare ogni scelta, per cercare di raggiungere tutti nella classe, dai più dotati ai più fragili. Quindi organizzo materiale, spunti, interventi e tempi, conciliando tutto questo anche rispetto alla mia funzione di responsabile di plesso.

 

7)Pensa che le videolezioni siano un metodo d’insegnamento valido? Migliorerebbe qualcosa?

Le videolezioni rappresentano un metodo di insegnamento sicuramente valido e prezioso, ma richiedono assoluta maturità e senso di responsabilità da parte di chi deve apprendere.

 

8)Crede che per noi alunni l’anno scolastico 2019-2020 sia un anno perso? Se sì, in che modo si potrebbe recuperare?

Non del tutto. Certamente compromesso. Ma non per tutti. Per molti, tuttavia, per coloro che hanno vissuto questi mesi come una sorta di vacanza, sarà molto difficile capire come reinserirsi per ristrutturare, riprendere, rinforzare quanto è stato tralasciato. Anche per gli insegnanti sarà difficile ricucire le maglie del percorso.

 

9)Cosa pensa che abbiamo perso noi alunni come contatti umani non frequentando l’ambiente scolastico?

Sicuramente credo che vivere ed apprendere senza la possibilità di condividere il percorso con i vostri compagni stia rappresentando un problema.

 

10)Se non ci fosse stata la tecnologia, in quale modo avrebbe affrontato questa situazione?

Sarebbe stato praticamente impossibile. Non avremmo avuto opportunità di contatti. Non mi vengono in mente alternative che prescindano dalla tecnologia.

 

11)Secondo lei, gli alunni intervengono maggiormente in videolezione oppure a scuola?

Non trovo alcuna differenza. Siete gli stessi da casa e a scuola. Con la vostra personalità e con il vostro grado di interesse.

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Allison Molinari

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