top of page

Sono un panda

Sono un panda

Bianco con macchie nere.

Sono triste,

Sono in estinzione.

Per essere felice ho bisogno

Di bontà

Di amore

Di buon senso.

 

Francesco Gualazzi

classe II A

 scuola secondaria

Rivarolo Mantovano)

      CLASSE QUINTA  SCUOLA PRIMARIA DI RIVAROLO MANTOVANO

 

"Molto tempo fa c'erano due amici, l'uno molto bravo a suonare l' arpa e l' altro molto bravo ad ascoltare. Quando il primo suonava o cantava di una montagna, il secondo diceva:"Vedo la montagna  come se l' avessimo davanti". Quando il primo suonava a proposito di un ruscello, colui che ascoltava all'improvviso diceva:"Odo l' acqua che scorre!" Ma quello che ascoltava si ammalò e morì. Il primo amico tagliò le corde della sua arpa e non suonò mai più. Da allora, tagliare le corde dell' arpa è sempre stato un segno di grande amicizia" .

Questo racconto apre una piccola finestra su un modo tenero e intenso di intendere l' amicizia: essa è il piacere di mettere in comune, di essere partecipi di un sentimento.

Un' esperienza è tanto più bella se la si vive in due, perché le emozioni dell' uno diventano  le emozioni dell'altro. Essere amici non significa fare le stesse cose, ma condividere esperienze ed emozioni.

 L' amicizia è il regalo della cura e del tempo, è un intreccio delicato di sottilissimi "fili"; in questi giorni in cui tu e i tuoi amici non avete potuto vedervi e frequentare regolarmente, in cui avete forzatamente dovuto rompere le abitudini, come siete riusciti a sentirvi comunque vicini? Quali attività e passioni avete potuto condividere?

 

(I testi che seguono sono stati scritti durante i primi giorni di sospensione dell’attività didattica in presenza)

 In questi giorni, a causa di un’epidemia, siamo obbligati a restare in casa. Questo significa che non posso andare a scuola, non posso vedere i miei amici e per questo ho cambiato le mie abitudini. Questa situazione mi crea molta nostalgia.

Per sentirci più vicini, io e i miei amici abbiamo creato una Chat della “classe 5” dove scriviamo cosa stiamo facendo, ci inviamo video scherzosi o foto dei nostri animali magari modificati con oggetti per renderle più simpatiche. Ci siamo inviati anche foto di paesaggi visti in gita, chi in montagna, chi in città d’arte e chi della propria casa.  A volte ci telefoniamo con videochiamate dove discutiamo  di cosa stiamo facendo o semplicemente per vederci e salutarci. Mi mancano molto i miei amici e spero che questa situazione si risolva presto.

ALBERTO

 

In questi interminabili giorni siamo costretti a restare in casa per l’epidemia del coronavirus.

Non vedo e non sento nessuno da 2 settimane: è saltato tutto, il catechismo, la messa della domenica, le lezioni di karate, le partite in tv e le passeggiate con i miei genitori.

E’ tutto molto strano, sembrano tutti paesi fantasma… quelle volte che sono dovuto andare per forza al supermercato o in farmacia ho visto gente con le mascherine e mi sembra di vivere in un film.

Non posso andare all’oratorio e non mi rimane altro che restare chiuso in casa. Per fortuna che ci sono i miei nonni e i miei cagnolini che mi tengono compagnia e giocano con me quando i miei genitori sono al lavoro.

I miei nonni sono diventati anche i miei amici.

Sono molto fortunato ad averli così vicino! Quando resto a Spineda, vado assieme a mia nonna Vanda a fare delle passeggiate con Penny, la nostra cagnolina, poi gioco a calcio con mio nonno Giuseppe e aspetto che torni dall’edicola  perché mi compra le bustine di figurine dei calciatori, il mio passatempo preferito.

Quando vado a Breda gioco con Willy, il mio cane, aiuto mia nonna Gabriella in cucina e aiuto mio nonno Angelo nella piccola officina dietro casa.

I miei nonni fanno tutto per me e li ringrazio moltissimo,ma a me mancano molto i miei amici e in alcuni momenti divento molto triste perché non posso giocare e passare il tempo con loro.

E’ difficile stare lontani l’uno dall’altro per colpa di questa epidemia; la scuola è  il punto di ritrovo per incontrarci, giocare, ridere e scherzare assieme.

In questi giorni ho capito che mi mancano tanto e perciò sarei molto contento di rivederli.

Spero solo che tutto questo passi il più velocemente possibile per poter  tornare alla normalità e potermi divertire con i miei amici.

Alessandro

​

VICINI MA LONTANI

Ciao io sono Jacopo e oggi vi volevo raccontare di come mi sono sentito quando, all’inizio, mi hanno detto che non potevo uscire di casa e non potevo NEMMENO andare a scuola. Prima di tutto, però, vorrei spiegare il motivo del titolo “vicini ma lontani”. Io ho scelto questo titolo perché, fondamentalmente, con i miei amici, eravamo tutti vicini e ci parlavamo con il telefono però, visto che non ci potevamo vedere, eravamo lontani. In pratica, eravamo vicini da un lato e lontani dall’altro.

Ad un certo punto, però, io e i miei amici ci siamo annoiati di stare chiusi in casa, così siamo usciti assieme a fare una bella biciclettata: ci siamo sfogati e divertiti, rispettando però le regole imposte. Eravamo spensierati. Poi abbiamo deciso di non stare (quasi) mai più chiusi in casa, così ci incontravamo un po' al pomeriggio per strada, facevamo scambi di figurine sui marciapiedi, giocavamo a pallone; insomma,  per noi era quasi una vacanza. Ad un certo punto, però, ci siamo fermati, nessuno andava più da nessuno perché tutti hanno iniziato a prendere la cosa seriamente. Alla fine però, abbiamo ricominciato a trovarci. Condividevamo soprattutto la passione per la bicicletta e io, quando non avevo nulla da fare ed ero in casa, facevo dei disegni che poi erano motivo di sfida non solo “contro” di me, ma anche “contro” dei miei amici, confrontandoci con video-chiamate. Alla fine, anche stando a casa, abbiamo rafforzato i rapporti sociali, dandoci conforto anche nei minimi problemi.   

  Vi ringrazio per l’ascolto vi auguro una buona giornata CIAO!!!

Jacopo B.

 

 

 

UN GRANDE TESORO...UN AMICO

​

Ormai da 15 giorni non frequentiamo la scuola, perciò non vedo i miei compagni; immagino che ognuno occupi il tempo come può.

Devo ammettere di non avere amicizie con tutti perché ho un carattere riservato e mi piace scegliere le mie amicizie; mi piacciono la tranquillità, i giochi da tavolo e adoro i libri, quindi non partecipo volentieri a giochi di gruppo.

Mi ha colpito l' amicizia profonda dei protagonisti di questo racconto, penso che sia il sentimento più bello       ed é una fortuna trovarlo.

Io provo molto affetto per una mia compagna che é particolarmente tranquilla, educata e gentile: giochiamo insieme quando  è possibile, altrimenti comunichiamo con il telefono.

Io sono convinta che l'amicizia si basa sulla fiducia e sulle emozioni che suscita una persona, per questo la prova più difficile eé accettare un amico così com'è. Ho letto una frase molto significativa:

"INCONTRI PERSONE CHE TI DIMENTICANO,

DIMENTICHI PERSONE CHE INCONTRI,

MA A VOLTE INCONTRI PERSONE CHE NON PUOI

DIMENTICARE...QUELLI SONO I TUOI AMICI!!!"

CECILIA

 

L’amicizia è, per me, un legame molto forte che ti permette di stare con qualcuno e di provare emozioni.

Purtroppo, a causa dell’epidemia non posso vedere e frequentare i miei amici e compagni di classe. Non possiamo incontrarci a scuola, all’oratorio o a catechismo: per noi, queste sono occasioni per giocare e stare insieme. Non è stato possibile nemmeno fare la festa di carnevale, un momento unico all’anno. Stiamo attraversando una situazione strana dove dobbiamo isolarci e stare in casa.

Io non ho il cellulare, perciò mi è difficile contattare i miei amici. Per fortuna, in questi giorni, ho mio cugino Tommaso che mi fa compagnia; egli viene ogni giorno a casa mia perché mia zia deve andare al lavoro.

Io e mio cugino trascorriamo in compagnia la maggior parte dalla giornata e insieme facciamo i compiti, giochiamo e mangiamo. Io e mio cugino non ci vediamo molto spesso e tutte le volte che lui viene a casa mia mi emoziono; aspetto con ansia che Tommaso suoni il campanello.

Io e lui stiamo bene insieme e grazie a lui mi sento meno solo,  perché gli amici sono quelli che vedo a scuola, ma non solo!

Quando si è amici, anche se non si ha la possibilità di frequentarsi per un po’, la vera amicizia si trova nel cuore e quel legame è molto difficile da spezzare. In questi  giorni in cui sono costretto a stare in casa ho capito quanto sia prezioso trascorrere del tempo in famiglia e in relax.

 

 

EDOARDO M.

​

 

 

 

I GIORNI CON IL CORONAVIRUS

Noemi e Greta stanno giocando insieme e pensano all’indomani quando andranno a scuola per incontrare tutti i loro amici.

La mamma di Noemi entra nella stanza:

- Ciao ragazze, ho una brutta notizia da darvi:-  dice con un’espressione preoccupata - Domani non si va a scuola a causa del Coronavirus! – Greta, sconvolta,dice con voce alta:

- Ma per quanto tempo?!-

- Mi dispiace ragazze, sicuramente una settimana, ma potrà durare molto di più. – Risponde la mamma di Noemi.

- Ma come?! Noi volevamo rivedere i nostri amici! – ribadisce Greta.

Noemi: -Noi ci siamo sempre incontrati regolarmente a scuola e adesso dobbiamo rompere un’abitudine!

Le due amiche restano ancora un po’ lì a pensare deluse, ma quando si fa tardi si salutano e ognuna ritorna a casa dove resterà per molte settimane senza la compagnia dell’altra.

I primi giorni le due amiche erano felici di avere un po’ di riposo, ma quando la vacanza forzata si stava prolungando, sentivano sempre di più la mancanza degli amici. I giorni passavano, ma la noia no. Ogni giorno la solita routine e ogni giorno la solitudine aumentava. Tutti i giorni Greta e Noemi si mandavano messaggi con le altre amiche e qualche volta si chiamavano per sentire come andava, ma questo non poteva sostituire il vedersi di persona.

NOEMI

 

L’amicizia, per me, è qualcosa che si manifesta attraverso la generosità, la gentilezza, il rispetto e l’aiuto reciproco. A scuola, abbiamo letto un testo che interpreta le relazioni attraverso la metafora dei fili: quelli rigidi e quindi fragili rappresentano amicizie che non funzionano bene e quindi che   rischiano di spezzarsi. Quelli di tela sono amicizie resistenti che però hanno ancora qualcosa da migliorare, ma sono comunque buone e funzionano bene. Per ultime, ci sono le amicizie rappresentate dai fili d’oro: queste amicizie sono robuste ed è quasi impossibile spezzarle. Penso che sia molto difficile costruire questo tipo di amicizie.

Io sono un ragazzo fortunato perché il mio carattere mi permette di farmi nuovi amici, infatti penso di essere  simpatico e socievole, ma l’amicizia non è solo divertimento: ci vuole anche impegno per rispettare il tuo amico, per dargli una mano e per sopportarlo quando non ha atteggiamenti corretti. Scegliere il proprio amico è difficile, infatti deve essere una persona di cui ti fidi ciecamente, perché il vero amico è quello che non ti tradisce. Nel mio paese è facile farsi degli amici perché, vivendo in spazi ridotti, prima o poi ci incontriamo TUTTI; è facile incontrarsi all’oratorio o al centro parrocchiale. Nelle grandi città è più difficile incontrarsi, perché i genitori di molti bambini sono impegnati al lavoro nelle grandi fabbriche, ma ciò vuol dire che anche gli adulti hanno difficoltà ad incontrarsi per parlare o per discutere.

Avere un amico ti permette anche di sfogarti o di rivelargli i tuoi segreti. Avere un amico è un grande vantaggio e, per questo, mi dispiace che non  possano averlo tutti.                                                                                                                                      In questi giorni, sono riuscito a sentirmi vicino ai miei amici messaggiando con loro sul telefono di mia mamma, infatti ci mandiamo dei messaggi vocali. A me fa molto piacere sentire la voce dei miei amici, infatti in questo modo li sento vicini. Con il gruppo della classe abbiamo condiviso alcune passioni, per esempio la batteria di Simone, oppure ci siamo scambiati le figurine attraverso delle videochiamate: abbiamo trascorso questo periodo di solitudine insieme. Dopo tutto, un amico serve anche a non farti sentire solo.

RICCARDO

 

AMICI CHE MANCANO

 Stiamo passando un brutto periodo per colpa di un virus che sta mandando molte persone in ospedale. Di conseguenza, sono chiuse le scuole, gli oratori, non ci sono gli allenamenti di qualunque tipo di sport, le mense e molte altre attività. Ho poche occasioni di stare con i miei amici, ma abbiamo escogitato diverse strategie: messaggi e videochiamate per i vari compiti e le materie di studio, oppure ritrovarci nel pomeriggio quando c’è il sole per dei giri in bicicletta in paese.

Pur essendoci queste possibilità, i contatti sono limitati: Vedo solo pochi dei miei compagni e questo fa sembrare tutto strano, perché c’ è un senso di vuoto, sembra che le cose che contano siano stare solo con chi hai già vicino; sembra un periodo di  “guerra” in cui tutto è vietato. Spero che questa emergenza finisca presto per poter ritornare alla normalità.

In compenso, non mi devo svegliare presto al mattino!!!

Andrea

 

Ultimamente le scuole sono chiuse, perciò io e i miei amici non sempre possiamo frequentarci. Molti di noi hanno il cellulare, perciò possiamo messaggiarci e parlare di cose “normali”. Possiamo fare anche video-chiamate che fanno vedere l’espressione e sentire la voce anche se, secondo me, è meglio il classico faccia a faccia. Ogni tanto ci accordiamo per trovarci, ma non sempre possiamo per via della situazione che c’è fuori casa.

Simone

 

 

 

 

 

 

 

 

CHI TROVA UN AMICO TROVA UN TESORO

Nella vita di tutti i giorni noi andiamo a scuola, studiamo, creiamo nuove amicizie, ascoltiamo le maestre…, Cosa facciamo ora che c’è il Coronavirus? Come facciamo a studiare? E le amicizie? Si spezzeranno sì o no?                           

Ci stiamo facendo così tante domande, che io non capisco più nulla. Le amicizie non si spezzeranno mai perché gli amici che si vogliono bene non potranno mai rompere la loro amicizia: è troppo importante.

Per me l’amicizia è come un getto d’acqua che non smette di annaffiare i fiori da quanto sono speciali.

Ognuno di noi ha delle caratteristiche proprie positive e essere amico degli altri significa accettare gli altri per quello che sono e vivere insieme le emozioni.

Nell’ultimo periodo, abbiamo fatto dei lavori di gruppo con i compagni di scuola. La maestra ha fatto dei gruppi di amici che di solito non si frequentano. E’ stato bello e divertente perché abbiamo fatto il lavoro insieme, condividendo le nostre emozioni e conoscendoci meglio.

I veri amici sono quelli che ti stanno vicino quando sei felice, ma soprattutto quando sei triste o preoccupato.

Il telefono, a volte, si usa per niente, ma mi sono accorta che in questi giorni è stato utile per tenere i contatti con i miei amici. Ci siamo chiamati e mandati dei messaggi per parlare un po’ di noi e per sentirci vicini. Un pomeriggio mi sono divertita un sacco con un mio amico a scambiare le figurine con una videochiamata.

Il Coronavirus ha rotto le nostre abitudini, ma ci ha dato l’opportunità di fare delle attività che di solito non facciamo: abbiamo fatto delle lunghe passeggiate in campagna dei miei amici e del loro cane, abbiamo saltato e corso nelle canaline, abbiamo raccolto le viole e lanciato i sassi nei fossi!

Proprio in questo periodo, ho capito che stare lontano dai tuoi amici è molto difficile, ti fa sentire solo e triste.

L’amicizia è molto preziosa e tutti ne abbiamo bisogno per vivere felici!

Giulia Stella

 

 

In questo periodo  ho dovuto cambiare le mie abitudini come andare a scuola, a calcio, a catechismo,…

I primi giorni mi annoiavo, da solo, e non sapevo come far passare il tempo.

Un giorno, mentre stavo guardando la tv annoiato, sono passati quasi tutti i miei amici in bicicletta e mi hanno chiesto se volevo andare con loro a fare un giro per il paese. Così, felice, ho preso la bicicletta e sono partito: ci siamo divertiti tantissimo.

Ogni giorno loro venivano a chiamare me o io andavo a chiamare loro, andavamo in giro un paio d’ore. Una volta finito il giro, andavamo quasi tutti a casa mia a giocare a calcio o con il frisbee.

Girando per Rivarolo ho scoperto anche un nuovo posto che non conoscevo, ho anche incontrato un ex compagno di classe, che non  vedevo da diversi anni: Riccardo Fercodini.

Grazie agli amici, alle gare insieme in bicicletta, ai giochi nel mio cortile, sono riuscito a divertirmi in questo momento difficile.

Edoardo S.  

 

L’AMICIZIA

Purtroppo, da oltre un mese, a causa del coronavirus, la scuola è chiusa e quindi, oltre a non partecipare alle lezioni, è diventato difficile vedere regolarmente i miei compagni di classe. Agli inizi di questo contagio, ci siamo incontrati qualche volta per girare in bicicletta per le vie del paese o per tirare quattro calci al pallone al campo sportivo. Però, con l’aumentare di persone contagiate e con gli obblighi dati dal governo, non ci siamo più incontrati perciò ho potuto sentirli tramite cellulare, cambiando molte delle mie abitudini quotidiane nei loro confronti.

A dir la verità, non mi sono sentito  con tutti, ma solo con alcuni che fanno parte del gruppo classe quinta su whatsapp. Chattando con loro, il problema  che è emerso in modo particolare è il modo di far passare il tempo; rimanendo chiusi in casa ti assale la noia e un giorno in cui mi sono trovato un po’ in difficoltà ho pensato ad alcune soluzioni che ho trasmesso  ai miei compagni: guardare un bel film in tv, leggere un libro, fare giochi di compagnia con i familiari, ripassare alcune materie di scuola: sarebbero state buone alternative. Ho proposto, addirittura, di  trovare momenti per fantasticare, “cercare” desideri per sfidare il tempo e avere anche un po’ di creatività.

Quindi, anche se ci sentiamo tramite cellulare devo essere felice perché, anche per poco tempo, è una bellissima sensazione. A volte, immagino di avere vicino un amico con cui giocare, però manca sempre qualcosa e più il tempo passa e più devo rimanere in casa più mi accorgo che gli amici sono importanti, a volte insostituibili. Spero che questa “guerra” contro il coronavirus finisca e diventi solo un brutto ricordo; sono certo, però, che  ne uscirò sicuramente più forte di prima e continuerò a rafforzare la mia amicizia con loro.

Araldi Stefano

 

 

 

Durante questi giorni di “vacanza” per alcuni motivi di emergenza io, Lorenzo e tutti i nostri amici restavamo in contatto attraverso il telefonino. Ci siamo scambiati tanti messaggi anche per quanto riguarda quello che sta accadendo nel mondo e, soprattutto, qui da noi. In queste settimane, purtroppo, non siamo usciti molto perché l’ oratorio è chiuso. Nonostante  tutto, restiamo in contatto con i nostri amici grazie al telefono; non vediamo l’ora di ricominciare la scuola per poterci vedere di persona.

MIRYAM e LORENZO

bottom of page