La gloriosa Europhon
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e la Bozzolo di un tempo
Quella che vi presento è un introduzione scritta da mia mamma per la sua Tesi di Laurea.
L’ho riportata su questa edizione di Increscendo per ricordare una Storia locale, storia che rischia di essere dimenticata. In questi giorni sentiamo continuamente parlare di generazioni anziane che ci lasciano: ci lascia la testimonianza di un passato che nessuno conosce, che nessuno può sapere a parte la loro parola.
Ecco. Una parola, un racconto. Non scompariranno mai se tramandati, se legati. Rimarranno come pietre fisse davanti agli occhi delle persone.
Questo racconto non narra niente di nuovo (o magari sì!). Vuole solo essere un segno scritto della nostra cultura Bozzolese come ricordo delle vecchie generazioni che si tramanda sulle nuove.
Buona lettura!
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Martina Bettoni
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Bozzolo è un paese localizzato sul confine tra le province di Mantova, alla quale appartiene, e Cremona, ad una distanza pressoché pari da entrambi i capoluoghi. Anche se la popolazione non è numericamente elevata, poco più di 4.000 unità, la particolare posizione ed i favorevoli collegamenti infrastrutturali di cui il paese agevola, fanno di Bozzolo un territorio dalle elevate potenzialità di sviluppo.
Il passato della cittadina riveste notevole importanza soprattutto dal punto di vista storico. Bozzolo è infatti stato per lungo tempo possesso della famiglia Gonzaga che lo ha abbellito e ne ha incentivato lo sviluppo. Le lotte per l’indipendenza dell’Italia hanno poi visto proprio a Bozzolo l’istituzione di vari centri a carattere politico per l’amministrazione dell’intero territorio provinciale.
Il XX° secolo modifica completamente la struttura del paese. Le guerre mondiali, ed in particolar modo il secondo dopoguerra, mostrano una popolazione dedita a soddisfare le proprie esigenze di prima necessità. Così il reperimento di generi alimentari e la ricostruzione delle infrastrutture distrutte dai combattimenti bellici impegnano i Bozzolesi in ugual misura a tutto il resto del Paese. Bozzolo, e tutta la provincia di Mantova, rispondono attivamente e tempestivamente ai bisogni imposti dalla ricostruzione.
Terminato il primo urgente intervento di ripristino, gli anni ’50 vedono su tutto il territorio provinciale lo sviluppo di alcuni iniziali fermenti che poi, nel decennio successivo, si trasformeranno a Mantova in un periodo di continua crescita economica. Bozzolo inizialmente ne rimane fuori tanto che, tra il 1958 e il 1961, si assiste ad una forte emorragia demografica. Il terreno agricolo a disposizione del paese è da sempre limitato, e di conseguenza lo sviluppo dell’agricoltura, l’industrializzazione è solo agli albori, discreti risultati provengono dal settore terziario. Il territorio comunale risulta allora presentare tutti i requisiti necessari per essere dichiarato “area depressa” e riceve vari incentivi ed agevolazioni per il proprio sviluppo economico.
Negli anni ’60 Bozzolo diventa un paese industriale, nuove grandi aziende si insediano. Diversa manodopera dai paesi limitrofi si rivolge all’abbondante offerta di lavoro che Bozzolo è in grado di garantire. Uguale sviluppo durante tutto il decennio successivo.
Proprio in questo contesto, il gruppo Europhon decide di localizzare una delle proprie unità nel paese. Dapprima, nel 1963, viene aperto un piccolo opificio poi, tre anni più tardi, viene realizzato un nuovo stabilimento che arriva a coprire un organico di 312 unità.
Il gruppo, sorto negli anni ’50, si occupa della realizzazione di componenti audio e video per il settore elettronico. Nel complesso, sono previsti cinque stabilimenti: due in provincia di Mantova, due nel territorio milanese ed uno a Cremona.
La manodopera è in prevalenza femminile.
Proprio in parallelo a quanto accade nell’intero contesto economico bozzolese, anche per l’Europhon gli anni ’60 e ’70 corrispondono ad un periodo di continuo sviluppo, di incremento delle esportazioni e delle assunzioni.
Gli anni ’80 si aprono con il manifestarsi dei primi sintomi di crisi. Vari sono i motivi e gli interventi posti in essere per cercare di salvaguardare la vita del gruppo ma ogni tentativo fallisce.
Anche lo stabilimento di Bozzolo risente di questa situazione incerta. Nel 1981 inizia per alcuni dipendenti la cassa integrazione che dura, alternata, fino al 1989, anno di chiusura della fabbrica.
Contestualmente alla crisi che colpisce il gruppo milanese, anche le altre maggiori realtà industriali bozzolesi affrontano periodi di notevole ridimensionamento dell’organico: la CIMA – costruzione e riparazione di vagoni ferroviari -, la GALBANI – produzione di latticini – ed infine il locale ospedale.
Tutto ciò ha portato oggi Bozzolo ad essere un paese dalla carente offerta di lavoro, in completa contrapposizione con quanto descritto in rapporto agli anni ’60 e ’70.
Certo non si vuole intendere che sia stata la chiusura dell’Europhon a causare il declino economico in ambito comunale ma, sicuramente, essa vi ha contribuito notevolmente, in un intreccio di crisi sia industriale, si vedano le realtà sopra citate, che a livello di ruoli all’interno delle istituzioni locali.
Il presente lavoro si pone come obiettivo principale quello di introdurre il contesto all’interno del quale si sono svolte le vicende dello stabilimento Europhon di Bozzolo e, come diretta conseguenza, mostrare come ed in quale misura tali vicende hanno interagito con il corrispondente territorio di appartenenza. In modo particolare, ci si propone di mostrare come esista una sorta di “parallelismo temporale” tra lo sviluppo di Bozzolo e la crescita del gruppo, in un primo momento; tra la crisi risentita soprattutto nello stabilimento mantovano e il “crollo” del paese.
Vengono analizzati vari aspetti, da quelli prettamente storico-economici a quelli di carattere economico-politico, da quelli legislativi a quelli numerici.
Nel primo capitolo viene presentato il paese di Bozzolo toccando sinteticamente tutti i principali aspetti che nello specifico lo caratterizzano. Dalla localizzazione geografica, all’importanza storica rivestita nei secoli passati, fino ad arrivare all’introduzione ai giorni nostri.
Il secondo capitolo descrive la situazione economica nella quale Bozzolo, inserito all’interno di un’analisi che coinvolge l’intera provincia, si viene a trovare al termine della seconda guerra mondiale soffermandosi in modo particolare sull’intero decennio successivo, gli anni ’50.
Col terzo capitolo, l’attenzione si è rivolta verso il forte sviluppo economico registrato nel Mantovano negli anni ’60. Bozzolo ha attivamente partecipato a tale “boom” arrivando ad un livello di industrializzazione e di occupazione ancora oggi memorabile.
La parte finale di questo capitolo è dedicata ad illustrare graficamente il decollo economico nella provincia di Mantova dall’immediato dopoguerra al censimento del 1971.
Il quarto capitolo introduce, in un’ottica puramente descrittiva, lo stabilimento Europhon di Bozzolo con un’analisi rivolta, in primo luogo, all’intero gruppo, al fine di indicarne l’assetto strutturale, l’attività principale e le scelte in merito agli obiettivi di sviluppo. Il capitolo si conclude con lo studio dei motivi che hanno condotto l’Europhon verso una crisi che poi non è stata più risolta, tanto che tutte le unità del gruppo con gli anni Novanta chiudono.
Nel capitolo quinto vengono considerati tutti gli interventi posti in essere al fine di salvaguardare l’attività del gruppo ed il conseguente sviluppo occupazionale che, negli anni ’70, arriva all’apice con 1.300 dipendenti. Gli aiuti si concretizzano nella maggior parte in finanziamenti statali erogati attraverso la costituzione di un’apposita finanziaria, la Rel -Ristrutturazione Elettronica. L’obiettivo preventivato non viene però raggiunto.
Il sesto capitolo pone l’accento sulla componente personale analizzando in modo specifico l’organico all’interno dello stabilimento di Bozzolo.
Col settimo capitolo si è cercato di inquadrare l’impatto che la crisi dell’Europhon ha manifestato sugli stessi lavoratori.
L’analisi si è focalizzata, ancora una volta, sulla situazione nell’opificio di Bozzolo. Se da una parte infatti è questo stabilimento il punto centrale della presente ricerca, dall’altro lato è proprio a Bozzolo che sono stati evidenziati gli impatti più reattivi di fronte alla comunicazione di chiusura della fabbrica, l’occupazione della stessa per 58 giorni.
L’ultimo capitolo infine, vuole analizzare il paese di Bozzolo nello scorso decennio.
Gli argomenti toccati sono i più vari, la struttura demografica, l’assetto socio-istituzionale, l’apparato politico. Particolare attenzione viene però dedicata al graduale declino, in special modo economico-produttivo, del paese. E’ in questo contesto che si inserisce la chiusura dell’Europhon nei primi anni ’90, l’incertezza ed il ridimensionamento che colpiscono le altre maggiori realtà industriali del paese e, non per ultima, una sorta di “crisi” delle istituzioni locali alcune volte non in grado di intervenire tempestivamente.
Il presente lavoro, come si è potuto intuire dalla rapida sintesi dei vari capitoli, riunisce in un unico volume l’analisi del paese di Bozzolo attraverso un percorso temporale che copre mezzo secolo, dall’immediato dopoguerra ai giorni nostri.
Nella ricerca sono stati utilizzati dati di varia natura.
Per la prima parte, testi riferiti alla situazione storico-economica della provincia di Mantova prima e del comune di Bozzolo poi. Dal quarto capitolo, le informazioni raccolte sono state principalmente reperite attraverso la stampa ed alcune interviste da me personalmente effettuate, riportate integralmente in appendice. Per i dati più prettamente numerici, in relazione all’organico Europhon, è stata utilizzata una ricerca, finalizzata allo svolgimento di una dissertazione di laurea, svolta nei primi anni ’90.
Le più recenti statistiche per il paese di Bozzolo sono datate 1999. Per i dati provinciali, le informazioni si interrompono al 1996, data dell’ultimo censimento intermedio in merito alla popolazione, al commercio, all’industria e all’artigianato.
Introduzione de “Le vicende dell’Europhon nella realtà economico-sociale di Bozzolo”
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Silvia della Noce
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Dedichiamo questo articolo alla memoria di Giuliano Vailati, per anni al timone dell'Europhon di Bozzolo, scomparso in queste settimane.
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