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Prima che sia TROPPO tardi

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Mi è stato chiesto di produrre una riflessione in merito alle problematiche ambientali che il nostro Pianeta sta affrontando, riguardante le giornate che i Capi di Stato propongono come momento di impegno arrivando alle soluzioni che noi potremmo compiere per dominare queste difficoltà.

Ma sappiamo noi ristabilire le condizioni primarie? L’uomo, l’essere umano, vuole dominare tutto, vuole essere il Capo Onnipotente. Ma non è così. La Natura è molto più forte, più vasta, più unita e compatta. A questo punto la domanda è scontata: perché la Natura sta morendo per colpa dell’uomo? La biodiversità è in equilibrio, è un ciclo. L’Umano non è fuori da questo movimento ma sfrutta le risorse che la Natura gli offre in modo continuo e spropositato. Guardiamo questa immagine:

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Lo slogan è “fermiamo tutto questo, prima che sia troppo tardi” .

Ma siamo capaci di cambiare le nostre abitudini adesso, non domani? Non basta più la semplice chiusura dell’acqua mentre si lavano i denti… Occorrono le votazioni, le proposte dei leader Mondiali! Non si tratta del problema diretto del surriscaldamento globale ma stiamo parlando del dramma delle nostre azioni che si riversano sull’ambiente, le conseguenze immediate delle nostre scelte che cadono sulla fragilità della biodiversità. Come se per fare del bene a noi facessimo del male ad un nostro amico, un amico che è fondamentale. L’Earth Day è un giorno, solo 24 ore, solo 1440 minuti all’anno. Ovviamente servono come momento di riflessione che facciamo ma mentre noi ringraziamo la Natura guardando una piantina, un alberello nel nostro giardino, ci sono industrie che continuano a produrre fumi, inquinamento, SMOG, che estraggono petrolio e carbone e chissà quante altre cose fanno mentre noi pensiamo, solo per un giorno, che tutto vada bene o magari che tutto andrà bene.

In questo momento di difficoltà per tutto il Mondo, non si parla più di ambiente… o forse se ne discute di più? Come se la Natura si stesse ribellando attraverso la manifestazione di un Virus che ha colpito tutte, chi più chi meno ma nessuna esclusa, le popolazioni mondiali. Non credo in questa cattiveria ambientale ma spero che faccia riflettere perché non bastano gli scioperi di Greta Thunberg e i suoi Fridays for Future se poi i politici che l’ascoltano finanziano industrie che producono plastica, lavorano petrolio… Allora mi domanderete: se questo non serve cosa dobbiamo fare di concreto?

Io non sono un politico, un ufficiale, un militare, un sindaco: sono una ragazza di tredici anni che capisce le pericolosità delle nostre azioni, delle nostre scelte. Sono anche la prima che farà fatica a cambiare le proprie abitudini ma so che INSIEME dobbiamo fare qualcosa; l’unione fa la forza. Non compriamo prodotti con l’olio di palma, non mangiamo merendine, acquistiamo merce riciclabile e compostabile. Se la massa si muove, compresi noi giovani, le Multinazionali seguiranno una strada corretta. Sicuramente non ritorneremo all’età della pietra o del bronzo ma almeno sapremo che una goccia nell’oceano è tolta e un cubetto di ghiaccio è ancora vivo.

Siamo tanti e per questo è complicato ma siamo insieme e per questo è possibile.

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 Martina Bettoni

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