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SCARPE INGIUSTE

 

Per la salvaguardia dei diritti dei bambini il 20 novembre 1989 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite venne approvato un documento, formato da diversi articoli, e volto alla salvaguardia dei diritti dell’infanzia. L’articolo 32 della Convenzione sui Diritti dell’infanzia sostiene che qualsiasi bambino\a ha il dovere di essere tutelato dallo sfruttamento economico o da svolgere un qualsiasi lavoro che possa recargli danni fisici e psicologici. Questo articolo, malgrado sia stato approvato da un’organizzazione mondiale, non viene rispettato ovunque, soprattutto nelle zone in cui la povertà e la mancanza d’istruzione prevalgono, per esempio in Cambogia dove  nel 2000 la multinazionale Nike ha subito diverse accuse di sfruttamento minorile nella produzione di abbigliamento e scarpe da parte del governo cambogiano dopo la diffusione di immagini dei luoghi di lavoro da parte dei mezzi di informazione a livello mondiale. Dopo che la situazione è stata scoperta ha deciso di chiudere tutte le fabbriche in Cambogia, ma questo oltre a provocare un consistente calo economico alla Nike stessa, ha causato anche una gravissima caduta economica per la Cambogia. Per risolvere questo inconveniente le stesse multinazionali hanno inviato degli ispettori per controllare la situazione nelle fabbriche. Il primo rapporto degli ispettori ha tracciato un quadro della situazione drammatico. Ben settanta fabbriche sono state segnalate come: “Non idonee”, con lavori pagati pochissimo e con orari massacranti mentre le fabbriche che hanno ottenuto la sufficienza dagli ispettori sono state riaperte. La Cambogia è così diventata un paese dove le multinazionali USA si sentano libere di subappaltare produzioni a basso costo senza temere scandali per il maltrattamento degli operai. La Nike ha segnato una svolta per le condizioni di lavoro locali. Vent’anni dopo, però, la situazione non è cambiata molto, infatti alcune aziende internazionali come Apple, Google, Microsoft, Tesla e Dell hanno ricevuto accuse da parte di quattordici famiglie della Repubblica democratica del Congo.  Le società sono state querelate di aver sfruttato la manodopera infantile per l’estrazione di cobalto nelle miniere. Il cobalto è un componente fondamentale per la produzione di smartphone, auto elettriche e computer portatili. A Washington le famiglie hanno presentato la causa attraverso una ONG congolese. Le società stesse, come era successo con Nike vent’anni prima, hanno mandato ispettori per monitorare la situazione che quindi ora sta cambiando. Solo le multinazionali combatteranno insieme ai singoli stati la piaga del lavoro minorile  la battaglia potrà essere vinta.


Gabriele Vincenti

 Lorenzo Aguzzi

IIIA Rivarolo Mantovano

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