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LA TRINCEA IN CORSIA

Lettera di un'infermiera a noi adolescenti

Cari ragazzi,
È in corso la terza guerra mondiale, una guerra batteriologica.

Io, come infermiera, sto combattendo uno scontro che rischia di essere superiore alle forze in gioco. Medici, infermieri,ogni persona che è a contatto con un paziente per eseguire il proprio lavoro, sono oggi paragonabili a soldati che si trovano in trincea per combattere una guerra. Stiamo tutti lottando contro un nemico invisibile, comune a chiunque, in continuo mutamento e senza confini nemmeno per chieda tanti anni vive la quotidianità delle corsie di un ospedale. Tra tutti gli ostacoli che il mio lavoro mi ha fatto incontrare, questo penso sia il più difficile da saltare. Perché? Sconosciuto. Potremmo paragonare questo misterioso virus, a cui è attribuito il nome diCovid-19, all’ H1N1 più nota come pandemia spagnola, la peggiore catastrofe influenzale del ‘900. Anch’essa si diffuse in tutto il mondo causando decine di milioni di vittime. Anche in quel tempo ci fu un paziente zero che scatenala diffusione del virus: oggi, però, abbiamo dalla nostra parte un’arma allora sconosciuta che ci permette di diffondere le comunicazioni agevolando la collaborazione verso un unico obiettivo: la tecnologia. Ma attenti alle fakenews! Circolano ogni giorno parecchie informazioni che vi possono ingannare, ponete sempre attenzione e giusta fiducia verso informatori professionisti. #iorestoacasa. Dall’11 marzo la nostra vita è cambiata. Sull’intero territorio nazionale sono sospese le attività commerciali salvo quelle essenziali come farmacie, alimentari, edicole …, tutto questo garantendo nelle attività in essere le condizioni di sicurezza necessarie alla salvaguardia dei lavoratori. Estata attuata la modalità di lavoro agile per una gran parte della popolazione attiva. Pervio studenti è iniziata l’esperienza della “distance learning” per continuare ad interagire con l’atmosfera scolastica in una modalità innovativa. Per quale scopo lo Stato calpesta la vostra libertà personale e noi stessi dal fronte ospedaliero vi chiediamo a gran voce di rispettare e condividere sui social questo sacrificio? È necessario. Sarà una battaglia lunga che ogni giorno costa al mondo intero parecchie vittime. L’etimologia della parola “sacrificio” equivale a “rendere sacro”. Non c’è nulla di più sacro della vita e del suo valore. E oggi la vita va difesa. Per voi e per noi, per tutti. Uno strano incantesimo del virusCovid-19 rende voi minori apparentemente salvi dal contagio che sta piegando il mondo. Voi non venite piegati dal virus ma molte altre persone si sì, i vostri nonni. Quindi è un tempo di sacrificio questo. Posso solo immaginare quanto vi manchi il confronto tra compagni, le discussioni tra i banchi di scuola con i vostri amici e con gli insegnanti, quanto possa costarvi non festeggiare un compleanno in pizzeria tutti insieme, come possiate sentirvi a causa della mancanza delle abitudini più scontate come ad esempio un gelato a merenda o una passeggiata in paese… vi mancano gli allenamenti con la squadra o ancor più banalmente vi manca il pranzo della domenica dai nonni. Credetemi è davvero necessario questo sacrificio, adesso! La sola cosa che conosciamo di questa pandemia è la contagiosità: si trasmette attraverso le relazioni tra persone, anche solo salutandosi. Ecco perché ci viene chiesto di rispettare il decreto #iorestoacasa. E’ un segno di responsabilità. Gli ospedali sono ormai al limite della loro capienza, noi infermieri con i medici stiamo facendo più del possibile ma anche per noi è un nemico invisibile e inarrestabile. Solo limitando i contagi possiamo sperare di migliorare la situazione, questo è il motore che deve direzionare il vostro sacrificio. E se trasformaste le mancanze in opportunità? In un mondo come il nostro dove tutto scorre sempre troppo velocemente, adesso potete riscoprire la bellezza della lettura di un libro, di un quotidiano, di una visita virtuale in un museo per voi inesplorato, di una canzone, potete sperimentare la vostra arte in cucina, potete ritornare a giocare…quale migliore occasione per ritornare bambini!

Siamo tutti bambini di fronte al Covid-19 perché non sappiamo rispondere a domande come: perché? quanto durerà? come possiamo sconfiggerlo? … nella responsabilità c’è il concetto di “saper dare risposte”. Stiamo cercando di trovarle. L’unica risposta che vi sappiamo dare è che dobbiamo limitare la diffusione del contagio. Diventando responsabili e limitando la nostra zona di libertà personale. Dovrete imparare a studiare da casa. Dovrete incontrarvi attraverso la rete. Non possiamo farla noi per voi, questa cosa. Dovete convincervi da soli che è un passaggio necessario. Dovete imparare che questa oggi, l’educazione che serve al mondo di cui voi dovete essere protagonisti. “Addio alle parole impazzite, torna la voglia delle parole vere” così comincia il discorso il giornalista Gian Antonio Stella; “Chiarezza. Di questo gli italiani avvertono il bisogno. Vogliono capire. Devono capire. E finalmente, piuttosto che sentirsi fornire parole rassicuranti, preferiscono l’onesta prudenza degli scienziati…”. Ecco la verità di questi giorni, ecco cosa pretendiamo e pretendete tutti i giorni alle 18.00 quando viene trasmesso il bollettino della protezione civile: i numeri, la gravità della situazione, il pericolo che stiamo vivendo… ecco perché vi sto scrivendo questa lettera. Il virus rende l’intero mondo un’unica popolazione unita. Speriamo che venga presto il giorno in cui i nomi dei defunti saranno incisi sulle colonne di marmo dei Monumenti ai Caduti. Il Covid-19, nome scientifico del Coronavirus, ha cambiato la vostra visione del mondo: l’Unica certezza è che questo tempo senza tempo durerà a lungo. Ma non per questo dovete scoraggiarvi: noi infermieri, con inostri eroi medici, facciamo il possibile ma abbiamo bisogno del vostro aiuto.

 


Grazie a tutti!

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Una semplice infermiera
Che lotta per quello in cui crede


Martina Bettoni 

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