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L’ARIA CHE VORREI

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Giorni che sono diventate settimane e poi mesi. Chiusi in casa, sempre e con restrizioni sempre maggiori, fino al lockdown che ci ha raggiunti il 10 Marzo 2020. Non si può uscire di casa se non per problemi molto seri di salute, per andare a lavorare, per comprare da mangiare ma senza uscire dal comune di residenza. Chiuse le scuole, chiuse la maggior parte delle aziende, i trasporti ridotti al minimo, anche quelli aerei, aeroporti chiusi o quasi, navi ferme in quarantena, chiusi i bar e i ristoranti, chiusi i luoghi di ritrovo dei ragazzi, chiuse le chiese. Il mondo si è fermato. Ed è sceso il silenzio. Tutti chiusi in casa ad ascoltare soltanto le cifre di ammalati e di morti che continuano a crescere così come cresce in noi ragazzi la paura di non farcela. In tutta questa situazione terribile, arriva qualcosa di buono dalla natura che ci circonda. Infatti là dove l’uomo si è ritirato per paura del coronavirus, la natura ha cominciato a riprendersi i suoi spazi: a Venezia il mare appare più pulito, si rivede, dopo anni, il fondo della laguna, ricompaiono i pesci e le meduse; a Cagliari e a Trieste tornano i delfini; a Milano, in alcuni parchi non più frequentati dagli uomini, si vedono piccole lepri. E anche la qualità dell’aria migliora: infatti la quantità di biossido di azoto nei cieli dell’Europa e anche quindi in Italia si abbassa notevolmente: l’Esa (ente spaziale Europeo) ha dimostrato attraverso i dati forniti dal suo satellite Copernicus Sentinel -5P che le concentrazioni di biossido di azoto, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, si sono ridotte di quasi il 50%. E le immagini riprese dal satellite sono davvero impressionanti.

Ci ha colpito moltissimo vedere quanto un anno fa la Pianura padana in cui viviamo, inconsapevoli della qualità dell’aria che respiriamo, fosse così inquinata. Ora l’aria è più pulita, non ancora del tutto, ma sicuramente è migliore di prima. Purtroppo la nostra Pianura è di solito una delle zone più inquinate d’Europa anche per la sua conformazione orografica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblica continuamente dati e ricerche e purtroppo si è appreso che l’inquinamento atmosferico è un grave rischio ambientale per la salute. Riducendo i livelli di inquinamento atmosferico, i paesi possono ridurre il carico di malattie quali ictus, malattie cardiache, cancro ai polmoni e malattie respiratorie. A questo punto quindi ci sembra assolutamente necessario risolvere il problema del Coronavirus ma anche il problema dell’inquinamento che provoca comunque malattie e morti. Ci auguriamo quindi che ora che il numero di ammalati e morti a causa del Coronavirus è finalmente sceso, che il lockdown è stato tolto ed è iniziata la fase 2, gli uomini si rendano conto che anche tutti i problemi che riguardano la salute della nostra Terra devono essere affrontati con grande serietà e non deve essere una pandemia mondiale ad aiutarci a risolvere il problema dell’inquinamento. Perché il prezzo che abbiamo pagato è davvero troppo alto.

 

Eric Cioroaba IA sec. Bozzolo

Juzhar Singh IA sec. Bozzolo

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