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in viaggio con Mozart

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Il 18 gennaio 2020, le classi seconde della scuola secondaria di primo grado di Bozzolo hanno presentato un’esposizione inerente alla vita di Mozart e in particolare al primo viaggio fatto in Italia. Quest’esposizione è stato il frutto di molti mesi di lavoro: a novembre, le nostre professoresse ci hanno proposto di fare un lavoro a classi aperte nel quale ci è stato chiesto di commentare delle lettere che Leopold, il padre di Mozart, scriveva a sua moglie e quelle che Mozart stesso inviava alla madre e alla sorella. Dopo aver concluso questa fase del lavoro, le classi si sono divise in gruppi di tre o quattro persone, concentrandosi su aspetti specifici del viaggio che Wolfgang e il padre fanno in Italia (come si viaggiava nel ‘700, com’era Bozzolo a quei tempi...). Al termine della realizzazione di questo “lavoro da storici” abbiamo esposto alle altre classi, ad insegnanti e genitori, a giornalisti ed amministratori locali ciò che avevamo prodotto. Tutti noi crediamo che questa esperienza ci abbia reso più autonomi, responsabili e sicuramente ci ha aiutato a maturare, abbiamo anche scoperto di saper lavorare benissimo con gli altri. Ci è voluto molto impegno e molti sacrifici per ottenere un contenuto degno delle aspettative e abbiamo messo tutti noi stessi in ogni fase di questa attività.

Analizzando alcuni documenti storici e decifrandone il contenuto, siamo giunti ad una conclusione spiazzante che è diventata il fulcro di tutto il nostro lavoro. Questa informazione ci ha fatto capire che anche un vero storico può sbagliare: a volte noi ragazzi possiamo essere migliori degli adulti sperimentando i loro lavori. La targa che attualmente attesta il passaggio di Mozart a Bozzolo è affissa nel posto sbagliato perché fino al 1780 la stazione di posta era posta all'angolo tra Via Larga (Via Valcarenghi) e Strada Bell’aria (Via Bini). E' quindi là, nell'edificio ch attualmente ospita l'ex asilo Bozzetti, che i Mozart devono aver pernottato di strada da Mantova e diretti a Milano.

Questo lavoro ci ha entusiasmato così tanto che anche a distanza di molti mesi ci sono rimasti impressi diversi aspetti. Ad esempio il viaggio al tempo era molto faticoso perché, oltre ad esserci molto freddo d’inverno e un caldo afoso d’estate, la carrozza era soggetta a molti sobbalzi causati dalle buche presenti nella strada. Inoltre Wolfgang ha viaggiato in un momento storico in cui le guerre erano molto frequenti, con conseguenti ripercussioni sulla viabilità e sulla sicurezza. Le strade potevano inoltre essere luogo di brutti incontri ed avere incidenti era qualcosa di molto frequente. Mozart, nei suoi 35 anni di vita, ha trascorso migliaia di giorni in tournée, costretto a continue trasferte ed esibizioni, con estenuanti ritmi di lavoro fin dalla più tenera età. 

Anche questo aspetto della sua storia ci ha colpiti molto. Al tempo del suo primo viaggio in Italia aveva esattamente i nostri anni. 

Quando abbiamo esposto non vedevamo l’ora di presentare la notizia inerente alla targa e quando il sindaco Giuseppe Torchio ha sentito questa novità ci ha promesso che quando finirà questa situazione di “arresti domiciliari” causa Covid provvederà a trasferire la lapide nel giusto posto, oggi appunto presso il centro medico "San Restituto", dove un tempo era situata la stazione della posta . Per noi bozzolesi il passaggio di un personaggio storico così importante è un onore e per questo volgiamo che la targa sia affissa al posto giusto.

Noi pensiamo che il lavoro dello storico sia molto difficile perché bisogna analizzare i documenti che possono essere scritti in una lingua diversa da quella odierna; le professoresse ci hanno affidato un compito complesso da portare al termine, ma crediamo che noi alunni anche se inesperti da questo punto di vista, abbiamo realizzato un lavoro minuzioso e il risultato è stato degno di nota da parte delle persone che hanno presenziato all’esposizione. Prima di iniziare ad esporre eravamo tutti molto in ansia e abbiamo provato il nostro discorso mille volte fino a quando non siamo riusciti presentare in modo efficace e così facendo abbiamo fatto un’egregia figura. Secondo noi siamo maturati moltissimo grazie a questa esperienza perché ci siamo messi nei panni degli adulti e abbiamo sperimentato per qualche mese cosa significa lavorare da storico e capendo cosa significa analizzare fonti; inoltre abbiamo capito l'importanza e la difficoltà di lavorare in squadra anche con coloro con cui abbiamo minore affinità, l'importanza di organizzare il tempo e le fasi del lavoro. Abbiamo insomma imparato a credere in noi stessi perché quando abbiamo esposto ci siamo sentiti veramente fieri del nostro lavoro, come dei veri e propri adulti.

Quindi grazie a questa esperienza siamo riusciti a migliorare il nostro rapporto sia con noi stessi che con gli altri, perché riuscire ad organizzare un lavoro così arduo è un’impresa non da sottovalutare.

 

 Chiara Durantini

Lucrezia Finardi

Lucrezia Jennipher Greggio

Cristel Maffezzoni

Vittoria Baboni

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