UNA GIORNATA DA RICORDARE
Mi chiamo Cosimo Neri, ho 30 anni e vivo a Firenze, comune della Toscana, dove mia moglie Fiorenza ha messo al mondo 3 bambini, una femmina di nome Beatrice e 2 maschi di nome Cecco e Duccio. La mia vita è stata dedicata in gran parte a loro, infatti ogni giorno, io e i miei servi tentiamo di guadagnare il più possibile e in effetti il lavoro che pratico, cioè il commerciante della lana, mi posso permette di vivere bene nonostante le continue guerre tra le varie fazioni. Io e la mia famiglia apparteniamo alla fazione dei Guelfi, infatti sosteniamo il Papato e, dopo continui scontri tra le 2 fazioni, è già da un po’ di tempo che noi Guelfi abbiamo sconfitto i Ghibellini, costringendoli ad abbondonare la città. Dopo questo avvenimento abbiamo avuto ancora altre liti interne e ci siamo suddivisi tra Guelfi bianchi e Guelfi neri. Io sono uno a cui piace sempre avere autonomia e libertà nei propri commerci e per l’appunto ho preferito fare parte dei Guelfi Bianchi come la maggior parte dei miei compagni delle arti maggiori.
Oggi, 15 Giugno del 1300, parteciperò ad una cerimonia che inaugura l’elezione dei Priori della Città, uno è il mio caro amico Dante Alighieri (anche lui Guelfo Bianco che mi delizia ogni giorno con le sue fantastiche poesie).
Finalmente è arrivato il giorno da me tanto atteso e come ogni mattina mi sveglio presto, verso le 4:00 e dopo essermi lavato solo la faccia e il busto perché oggi è un giorno speciale, mi vesto e indosso una camicia in lino e delle brache di stoffa leggera (d’altronde siamo in estate). Ai piedi porto degli stivaletti che mi arrivano alle caviglie. Riguardandomi capisco che sono un uomo fortunato ed elegante.
Ascolto la Messa mattutina celebrata da un frate nostra piccola Cappella. (oggi infatti la religione è l’argomento sociale principale)
Siccome sono in ottime condizioni economiche ho una casa abbastanza accogliente, protetta e tenuta pulita da alcuni servi guidati da Fiorenza. È arricchita inoltre da un pozzo interno a cui possiamo attingere l’acqua.
Dopo aver consumato la colazione delle ore 9:00, portata dai servi, inizio a controllare che essi dispongano le mercanzie nella bottega sotto casa mia. Ecco il primo cliente che intravedo in mezzo alla folla venire verso di me.
Dopo un giro di controllo inizio ad incamminarmi per andare alla cerimonia, in città c’è gran movimento. Si possono vedere strilloni che urlano per attirare la gente verso le loro botteghe o anche guardie che sorvegliano il cantiere di Arnolfo di Cambio il quale sta costruendo La Basilica di Santa Maria del Fiore. Proseguo per la mia strada e osservo i banditi legati per mani e braccia con delle corde ad un’asse e della gente che gli tira addosso dei pomodori insultandolo…che vergogna! MI unisco anch’io agli insulti.
Sono quasi a metà strada, ma sento delle urla provenire da un vicolo buio e mi avvio verso di esse.
Il rumore diventa sempre più intenso e pauroso…non sto capendo…pum…pum…pum…vedo tre ragazzini che maltrattano una vecchietta, ma per paura e per egoismo scappo via.
Percorrendo il corso principale vedo che ci sono delle case torri più belle della mia.
Dopo tanta strada finalmente sono arrivo a Palazzo dei Priori, sede del Comune.
Anche questo edificio è ancora in fase di costruzione in quanto dal 1266 ha incorporato l’antica torre della Vacca utilizzandola come parte bassa della torre nella facciata.
Si aprono le porte di legno, consegno il mio biglietto alle guardie bardate con un elmo di metallo e mi dirigo verso il salone dove si fa l’investitura del mio amico Dante. È allestito a festa con enormi stendardi col simbolo di Firenze. La cerimonia inizio co un rullo di tamburi…boom… boom… boom… entra il rappresentante del palazzo seguito da i signori che verranno eletti Priori.
È il momento di Dante
Nella stanza c’è un silenzio totale e ad un certo punto si sente: “Alighieri Dante”, Il mio amico viene avanti.
“Sig. Dante Alighieri si assume la responsabilità di governare e rappresentare il Comune di Firenze?”
“Sì”
Il mio amico Alighieri è ufficialmente diventato un Priore della città. Ora c’è il momento del banchetto: tutti ci dirigiamo verso un altro salone, ma questa volta è riempito da tavoli pieni e zeppi di cibo, ci sono carni speziate, salse, selvaggina, verdure, legumi, uova, formaggi, frutti freschi e canditi.
Dopo una grande mangiata in sala arrivano dei ballerini, è il momento dello spettacolo. Sono quasi passate quattro ore da quando sono nel palazzo e infatti ora mi aspetta un’altra camminata verso casa. Rivedo la mia famiglia ma forse questa volta è meglio non cenare, ho mangiato già troppo perciò ora vado a letto dopo aver detto la mia preghiera.
Daniele Petroselli